Universo dei Metodi Educativi Armoniosi Critici giornalisti o studiosi che si occupano degli effetti della TV sui bambini si limitano quasi sempre ad  esaminare il contenuto dei programmi per discuterne la validità educativa in base ad un loro concetto di  educazione, che in Italia si confonde quasi sempre con una particolare "visione del mondo", o ideologia. La  tesi del giornalista o dello scrittore che deve essere impegnato soffoca infatti il concetto di obiettività  professionale; e questo nel migliore dei casi poiché altri condizionamenti non mancano da noi per soffocare i più autentici diritti dei telespettatori.  Questo libro di Marie Winn sposta l'obiettivo critico, fisso ai contenuti o alla risorse tecniche e artistiche degli operatori televisivi, al problema più autentico di fondo, al quale non è mai stata dedicata sufficiente  attenzione. Non è forse nel fatto stesso di guardare la TV, si chiede l'Autrice, lo spegnersi di ogni fantasia  creativa nei fanciulli, la riduzione delle capacità riflessive negli adulti, laddove il libro stimola invece e libera  contemporaneamente la mente? E dimostra che proprio il «guardare» influenza in modo quasi assoluto il  rapporto instaurato dal bambino col mondo reale, tanto da potersi accomunare il guardare nel video  all'ingestione di droga, al passaggio cioè verso stati di coscienza diversi dal normale come un diverso tipo di  pensiero: il non-verbale. L'Autrice si pone poi una serie di domande particolari. Ad esempio, che rapporto c'è tra il guardare (e l'aver guardato) la TV e l'incapacità di leggere, di scrivere, di pensare, di liberarsi dai  condizionamenti sempre più amorali a cui è sottoposta questa generazione televisiva? Ancor più: che  rapporto c'è tra il guardare (e l'aver guardato) la TV ed il dilagare della delinquenza minorile? In che modo la TV influenza tempi e modi di gioco del bambino, i suoi rapporti con gli altri, la vita in famiglia?   ·Né le domande, queste ed altre numerose, rimangono senza risposte: e sono anzi offerte dagli stessi  utenti, poiché esistono famiglie, documenta l'Autrice, che hanno trovato il modo di dominare la TV, altre che  se ne sono «staccate» del tutto ed hanno ricavato nuove soddisfazioni dalla propria vita.